Varvara, nata a San Pietroburgo, muore a Firenze a 55 anni il 29 giugno 1890. I registri della parrocchia la definiscono “vedova di un tenente, nobile ereditario”.
Il monumento funebre
La statua di figura femminile orante, con il capo e il volto coperti da un sottile velo, posta su plinto segna la sepoltura di Varvara il cui ritratto in medaglione fotosmaltato, firmato Bucciolini 1890, è una delle prime testimonianze dell’uso dell’immagine fotografica, che al cimitero sostituisce il ritratto
scolpito. . L’iscrizione, in caratteri cirillici, recita “Pace Signore all’anima sua che è sempre stata rivolta verso di Te”
Il restauro
Il ritratto fotografico impresso su materiale ceramico della defunta giaceva a terra assieme alla cornice in bronzo, dopo essere caduto da piccolo ovale sulla faccia del cippo che originariamente lo ospitava.
I cordoli di delimitazione in pietra arenaria erano in parte dissestati, come pure erano fuori piombo i quattro pilastrini angolari in marmo.
Sul terreno irregolare vi erano piante infestanti.
Il marmo mostrava la superficie corrosa dall’azione dei fenomeni atmosferici fra cui, in primis, quelli relativi alla pioggia e all’irraggiamento solare.
La superficie lapidea era quasi totalmente coperta da patina biologica causa anch’essa dell’azione corrosiva, soprattutto per quanto esercitato dai licheni.
Uno dei bracci della piccola croce che stringe la figura velata era mancante.
Si è proceduto alla rimozione graduale della patina biologica mediante l’azione manuale di spazzole sintetiche, piccole spatole, bisturi, attrezzi in legno opportunamente sagomati, pennelli, spruzzatori manuali, acqua demineralizzata, spugne. SI è applicata a pennello di acqua ossigenata a 70 volumi, quale azione biocida verso le formazioni biologiche più tenaci. Si è realizzata la protezione superficiale mediante applicazione a pennello, su tutte le superfici lapidee, di prodotto silossanico.
Successivamente alla pulitura si è passati al pre-consolidamento e consolidamento del basamento in pietra arenaria mediante prodotto a base di silicato di etile applicato a pennello.
Il ritratto della defunta è stato ricollocato nella sua posizione originaria.
Il braccio mancante della piccola croce è stato sostituito con altro realizzato in marmo incollato e imperniato.
Il terreno all’interno della recinzione è stato liberato dalle infestanti ed è stato regolarizzato.
Il restauro è stato eseguito nel 2022 nell’ambito del progetto “Memorie di Russia a Firenze” con i fondi dell’Otto per mille della Chiesa Valdese.