Louisa apparteneva alla numerosa famiglia di David Greenough un importante costruttore di Boston. Uno degli undici figli era Horatio, uno dei più famosi scultori americani del suo tempo. Tutti i figli vivevano in Europa, Horatio si era stabilito a Firenze, e aveva costruito uno studio all’angolo di piazza Maria Antonia, oggi piazza Indipendenza. Sua sorella Louisa, di salute cagionevole, aveva viaggiato in Europa nei paesi il cui clima pareva più favorevole alla sua salute. A Firenze era diventata amica della moglie di un altro celebre scultore Hiram Powers, tanto che la figlioletta nata in questo periodo prese il nome di Louisa Greenough.
Anche la sorella Ellen si era stabilita a Firenze dopo la morte del marito Charles Phelps Huntington. Qui la raggiunse Louisa che acquistò a Bellosguardo la villa Belvedere al Saracino, detta anche Castellani, luogo reale e riferimento per Henry James che ne trasse ispirazione per ambientarvi una parte del romanzo Ritratto di Signora. Nella villa, parte della quale veniva affittata, vivranno per molto tempo il compositore Francis Boott con la figlia Elizabeth pittrice e il marito Frank Duveneck. Alla morte di Louisa, nel 1892 la villa
passa al nipote Henry Greenough Huntington, figlio della sorella Ellen, già viceconsole degli Stati Uniti e autore di una guida di Firenze, Florentine Notes, corredata da litografie e schizzi. Sia la sorella Ellen che il nipote sono sepolti nel Cimitero evangelico agli Allori.
Il monumento funebre
Il monumento funebre è composto da un blocco di marmo bianco in cui è scolpita una grossa urna a tre manici da cui pendono dei festoni di alloro. L’urna è posta al vertice di un massiccio sostegno a base triangolare modellato con volute e motivi floreali. Il blocco con l’urna e il sostegno poggia su un basamento in marmo a pianta triangolare su cui è inciso il nome della defunta.
L’iscrizione reca:
Louisa Greenough/born in Boston USA/August 22 nd 1809/ died in Bellosguardo/August 12 th 1892
Il restauro
La recinzione in ferro battuto che corre lungo il perimetro della tomba era completamente ossidata. La stele era avvolta da qualche tralcio di edera secca, mentre la superficie marmorea era coperta quasi totalmente da patina biologica.
La pulitura equilibrata della superficie marmorea è stata realizzata mediante una prima spazzolatura con pennelli e spazzole sintetiche seguita da un trattamento con prodotto biocida e da risciacquo con acqua demineralizzata. Il completamento della pulitura è avvenuto mediante l’azione con spazzole sintetiche, bisturi, spatole e strumenti in legno su zone localizzate seguita da un lavaggio con acqua demineralizzata. Il trattamento protettivo della superficie marmorea è stato effettuato con la stesura di un prodotto polisilossanico idrorepellente applicato in due mani a pennello. La recinzione in ferro è stata spazzolata con spazzole metalliche per rimuovere la formazione di ruggine e trattata con un prodotto antiossidante applicato in più mani.
La superficie marmorea ora risulta libera da patina biologica e la stele è libera da residui di vegetazione. La recinzione in ferro si presenta ora meno ossidata che in partenza. Le lettere in piombo sono tutte presenti e formano una scritta nuovamente leggibile.
Il restauro è stato eseguito nel 2021 nell’ambito del progetto “Storie da restaurare” con i fondi dell’Otto per mille della Chiesa Valdese.