La giovane Momia, come era chiamata dai suoi familiari e come anche la stele ricorda affettuosamente, apparteneva ad una importante famiglia di costruttori edili, i Senesi, di confessione valdese. Figlia di Giovanni, era rimasta precocemente orfana della madre. Contro la volontà del padre si era sposata assai giovane e aveva avuto un figlio. Una malattia la tolse al mondo a soli ventiquattro anni. Il figlioletto orfano venne allevato dalla famiglia Senesi. Nella sua sepoltura fu posto anche il fratello Saul. Numerosi altri membri della famiglia Senesi sono sepolti al Cimitero evangelico agli Allori.
Il monumento funebre
La stele in marmo ad arco ribassato scolpita a bassorilievo con angelo inginocchiato che compone un mazzo di fiori e con doppia base in marmo e in pietra è attribuita a Edoardo Betti. Sulla base marmorea si trova, entro una finta targa, l’iscrizione realizzata con caratteri in piombo incassati che reca:
Laudomia Piccione Senesi/24.3.1910-9.11.1934
In basso:
Saul Senesi/25.11.1898/3.11.1957
Sulla base:
Giustificati dunque per fede/abbian pace presso Iddio/per Gesù Cristo nostro Signore
Il restauro
La superficie lapidea era ampiamente coperta da patina biologica. Davanti alla stele si trovava una piccola porzione di terreno con sassi e vegetazione incolta delimitato da un cordolo in marmo in buone condizioni di conservazione. Alcune delle lettere in piombo dell’iscrizione funeraria risultavano deformate o mancanti.
La pulitura equilibrata della superficie marmorea è stata realizzata mediante una prima spazzolatura con pennelli e spazzole sintetiche seguita da un trattamento con prodotto biocida e da risciacquo con acqua demineralizzata. Il completamento della pulitura è avvenuto mediante l’azione con spazzole sintetiche, bisturi, spatole e strumenti in legno su zone localizzate seguita da un lavaggio con acqua demineralizzata. Il trattamento protettivo della superficie lapidea è stato effettuato con la stesura di un prodotto polisilossanico idrorepellente applicato in due mani a pennello. Le lettere in piombo deformate o mancanti sono state riposizionate o di nuovo eseguite. Il piano di calpestio è stato livellato e coperto con ghiaia grigia.
La superficie lapidea risulta libera da patina biologica. Il piano di calpestio è ora libero da sassi e vegetazione incolta e presenta un aspetto ordinato grazie alla ghiaia che è stata posizionata. Le lettere in piombo sono tutte presenti e formano una scritta nuovamente leggibile.
Il restauro è stato eseguito nel 2021 nell’ambito del progetto “Storie da restaurare” con i fondi dell’Otto per mille della Chiesa Valdese.