La sepoltura raccoglie i numerosi membri della famiglia Amphoux di origini francesi, trasferita in Toscana per ragioni di salute alla ricerca di un clima più mite. Eugène, che diverrà il quinto Presidente del Concistoro della Chiesa evangelica Riformata, era stato ingegnere della compagnia delle miniere della Loira dal 1847 al 1851. Con il fratello Jules venne in Italia e acquistò una proprietà. terriera a Roccalbegna, ma si trasferì a Firenze con la famiglia per l’educazione dei figli. A causa dei frequenti viaggi dovette rinunciare alla carica di presidente del Concistoro.
Il monumento funebre
Il monumento funebre è composto da un cippo in marmo a base quadrata su cui è posta una croce polilobata anch’essa in marmo. Attorno al cippo sono disposte in orizzontale le quattro lastre sepolcrali con le iscrizioni realizzate in piombo incassato. Di fronte al cippo si trova una lastra marmorea leggermente rialzata e inclinata rispetto alle lastre sepolcrali su cui si trovano due corone affiancate in bronzo con foglie di alloro e quercia legate da nastri.
Sulle facce del plinto, le cartelle sagomate recano l’iscrizione:
Nous attendons selon se promesse de nouveaux cieux et une nouvelle terre ou la justice habit St. Pierre III 13/ Je suis la resurrection er/la vie, celui qui croit en moi/vivrà, quand meme il serait/mort St Jean XI,25/Hereux le morts qui meurent au Seigneur/car il se reposent de leur travaux et leur œuvres le suivent/Apocalipse XXI 4
Sulle lastre a terra:
A notre fils bien aimé Georges//Anne Henriette Long Veuve Vincent/née à Yverdon le 1 fevrier 1796/decedé à Florence le 26 fevrier 1881// Clemence Amphoux/epouse de/Jean Jules Amphoux/6 septembre 1832/3 avril 1928// Giorgio Amphoux/nato a Firenze il 18 luglio 18…/qui riposa non stanco/rapito all’amore della consorte/al conforto dei genitori alla fortuna dei figli/ 1l 25 giugno 1900 in Port Said/ qui deposto il 3 aprile 1902// vive la sua virtù di mente e di cuore/memoria rimpianto esempio/impareggiabile//Eugenio Amphoux/nato a Roma il 9 luglio 1891/morto a Roccalbegna il giorno/8 ottobre 1912// Julie Pauline Long Vve Amphoux/née à Paris le 11 avril 1803/ décédée à Florence le 15 novembre 1882// Jean Jules Amphoux/né à Paris le 6 decembre 1824/décédé à Florence le 2 fevrier 1912//Eugene Amphoux/né à Paris le août 1823/décédé à Florence le 26 octobre 1904.
Il restauro
La superficie marmorea era coperta quasi totalmente da patina biologica e da residui secchi delle radici rampicanti di edera. La lastra in marmo su cui poggiano le corone in bronzo, deformata per azione dell’irraggiamento solare e dei cicli di gelo e disgelo, presentava sui bordi delle fratture che minacciavano una completa rottura del piano lapideo. A seguito del notevole incurvamento della lastra lapidea i bordi risultavano sollevati rispetto alla sottostante cornice di appoggio. Le due corone in bronzo presentavano una colorazione verdastra tipica della naturale ossidazione del metallo. Tre delle quattro lastre sepolcrali in marmo risultavano fratturate senza però perdita di materia. Alcune lettere in piombo erano deformate o mancanti.
La pulitura equilibrata della superficie marmorea è stata realizzata mediante una prima spazzolatura con pennelli e spazzole sintetiche seguita da un trattamento con prodotto biocida e da risciacquo con acqua demineralizzata. L’operazione è stata completata con spazzole sintetiche, bisturi, spatole e strumenti in legno su zone localizzate seguita ancora da un lavaggio con acqua demineralizzata. La superficie marmorea è stata trattata con la stesura di un prodotto polisilossanico idrorepellente applicato in due mani a pennello, per realizzare uno strato protettivo. Nelle fessure della lastra incurvata è stata iniettata una resina epossidica a lento indurimento. In un secondo momento sono stati praticati dei fori, quasi perpendicolari alle fratture, in cui sono stati inseriti e bloccati dei perni in vetroresina. La lastra è stata quindi sollevata e sulla faccia posteriore sono state incollate, con resina epossidica addizionata con silice micronizzata, due barre scatolari in acciaio inox per bloccare il processo di deformazione. Le fratture presenti sulle lastre sepolcrali sono state consolidate con iniezioni di resina epossidica a lento indurimento e le fessure stuccate con stucco epossidico addittivato con polvere di marmo e pigmenti. Le corone in bronzo sono state ripulite con piccole spazzole in ottone e/o sintetiche, avendo però cura di lasciare in opera la patina ossidata che è stata trattata con apposito prodotto protettivo. Le lettere di piombo deformate o mancanti sono state sostituite e riposizionate.
La superficie marmorea ora si presenta libera da patina biologica e da residui vegetali. La lastra in marmo non presenta più fratture visibili ed il processo di curvatura è stato fermato con le applicazioni precedentemente descritte, scongiurando il rischio di una completa rottura del piano lapideo. Le due corone in bronzo presentano la loro colorazione verdastra tipica della naturale ossidazione del metallo. Le lastre apicali si presentano ora risanate. Le lettere in piombo sono tutte presenti e formano una scritta nuovamente leggibile.
Il restauro è stato eseguito nel 2021 nell’ambito del progetto “Storie da restaurare” con i fondi dell’Otto per mille della Chiesa Valdese.